Sanatoria degli errori formali. La parola all’avvocato Crea

La compilazione della dichiarazione dei redditi è un momento molto complesso e delicato ed anche al contribuente più attento sarà capitato di commettere degli errori ovvero di incorrere in omissioni. E bene, ad oggi, con l’entrata in vigore della cosiddetta Pace Fiscale, è stata, dunque, introdotta la possibilità per il contribuente di porre rimedio a tali errori/sviste, sebbene con alcune specifiche.

Ad onor del vero lo strumento in analisi, la dichiarazione sostitutiva degli errori formali, è stato introdotto in un momento successivo rispetto alla Pace Fiscale 2019, essendo per l’appunto intervenuto a sostituire la previsione di una “dichiarazione integrativa speciale”. Nel dettaglio, quest’ultima, disciplinata dal vecchio art. 9 della legge 119/2018, prevedeva la possibilità di integrare le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31.10.2017, correggendo errori e/o omissioni, e permettendo, in sostanza, di modificare l’imponibile sino ad un tetto massimo di euro 100.000, e comunque, non oltre il 30% di quanto già dichiarato.
Orbene, il nuovo art. 9, disciplinante la sanatoria delle irregolarità formali, sopprime la suddetta soluzione proposta ai contribuenti che, di fatto, non è mai stata utilizzabile.
Segnatamente, i vantaggi previsti dallo strumento in commento, riguardano la possibilità di regolarizzare tutte le infrazioni e inosservanze di obblighi o adempimenti di natura formale, che non rilevano per la determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, dell’IVA, dell’IRAP e sul pagamento dei tributi, purché commesse fino al 24.10.2018. In particolare, la regolarizzazione avviene mediante il versamento di una somma pari a Euro 200,00 per ogni periodo di imposta a cui si riferiscono le violazioni commesse. Il pagamento di tale somma potrà essere effettuato anche in due rate di pari importo, la prima da corrispondersi entro il 31.05.2019 mentre la seconda entro il 02.03.2020.
Pertanto, le irregolarità formali potranno essere completamente sanate in seguito al pagamento del predetto importo, permettendo così di rimediare alle omissioni o irregolarità presenti.
Ma quando si può parlare di violazione formale?
Per violazioni formali si intendono tutti quegli errori ovvero omissioni in cui il contribuente può incorrere in sede di compilazione delle dichiarazioni dei redditi, dell’IVA, dell’IRAP, nonché in sede di pagamento dei tributi, i quali non vanno ad incidere ne sul calcolo della base imponibile (o dell’imposta stessa) né sul versamento del tributo; a mero titolo esemplificativo e non esaustivo, si pensi alle omesse o errate indicazioni dei dati informativi rilevanti per individuare il contribuente oppure il suo rappresentante, o ancora le dichiarazioni compilate su un modello non conforme a quelle approvato dall’Agenzia delle Entrate.
Sul punto sono intervenute, altresì, l’Agenzia delle Entrate, per mezzo della circolare 77/E/200, nonché la Corte di Cassazione, le quali hanno avuto modo di specificare che per poter definire un errore o un’omissione una “violazione formale” sono necessari due requisiti congiunti: la violazione non deve incidere sulla determinazione della base imponibile e, inoltre, l’eventuale violazione non deve arrecare pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo. Ed ancora, l’Agenzia delle Entrate, allo scopo di fare maggiore chiarezza sull’argomento, con interpello n. 126/2018, pubblicato anche sul sito dell’Agenzia, ha chiarito che la sanatoria errori formali potrà essere utilizzata anche nei casi di irregolare compilazione della dichiarazione d’intento.
Al contempo, è bene sottolineare che sono esclusi dalla regolarizzazione in questione, le violazioni che incidono sulla determinazione della base imponibile o sul versamento del tributo, ma non solo. Invero, per specifica previsione normativa sono, inoltre, esclusi:
  • gli atti di contestazione o irrogazione delle sanzioni emessi nell’ambito della voluntary disclosure (già analizzata nel nostro precedente articolo);
  • l’emersione di qualsivoglia attività finanziaria o patrimoniale costituita o detenuta oltre i confini dello Stato e;
  • le violazioni di natura formale già contestate in atti divenuti definitivi.
La sanatoria degli errori formali è dunque lo strumento ideale per permettere a tutti i contribuenti di correggere semplici errori o sviste effettuate durante la stesura della dichiarazione dei redditi – che a tutti possono capitare – senza rischiare di incorrere in pesanti sanzioni.

In conclusione, visti i benefici derivanti da questo tipo di sanatoria garantita dal nostro ordinamento, vi consiglio di leggere anche il prossimo articolo che parlerà di un altro tipo di sanatoria altrettanto vantaggiosa, la “Sanatoria Doganale” in uscita venerdì 1° marzo.

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